Tutela della libertà individuale e collettiva
1) Rafforzamento e inviolabilità dei principi costituzionali a tutela della libertà dell’individuo mediante modifiche dell’artt. 16 e 77 del dettato costituzionale, questi sono stati, difatti, gli strumenti medianti i quali, attraverso una interpretazione falsa e non letterale, un governo illegittimo si è arrogato il potere di sospendere a tempo indeterminato le libertà dei cittadini;
2) Sempre nell’ottica del consolidamento delle libertà costituzionali è necessario procedere alla costituzione del CEN (comitato etico nazionale) al fine di evitare che le forze dell’ordine possano essere usate dal governo come aguzzini e carcerieri di un intero popolo. Le forze dell’ordine dovranno seguire le linee guida del comitato ed essere sempre al servizio e a tutela del cittadino;
3) Modifica della legislazione secondaria in materia di Art. 21 della costituzione Questa, di certo, è stata una delle norme costituzionali più violate durante il periodo di falsa pandemia con i mass media che ,allineati con quasi tutti i giornali a tiratura nazionale, hanno influenzato con false notizie e informazioni l’opinione pubblica. Il ruolo del Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, cd. AGCOM, non solo non è intervenuta per impedire questo stillicidio, che ha assunto i connotati di vero e proprio terrorismo mediatico, ma è stata addirittura connivente a causa delle infiltrazioni governative in un organo che DOVREBBE essere autonomo ed indipendente. Pertanto questo organismo va smantellato e sostituito con il “Garante del libero pensiero”, il cui precipuo compito sarà quello di assicurare libertà di espressione a tutte le correnti di pensiero, da quelle maggioritarie a quelle minoritarie, con pari diritti e pari regole al fine di consentire all’attività di informazione non già di coartare l’idea del libero cittadino, ma di fornire allo stesso gli strumenti perché possa formare, in piena autonomia formare la sua idea.
4) Piena tutela della capacità di autodeterminarsi dell’individuo anche in ambito sanitario. Il cittadino deve poter scegliere, senza costrizione alcuna, il trattamento sanitario al quale intende sottoporsi e quello che, invece, intende rifiutare. Il tentativo maldestro di media, medici e politici collusi di far passare l’idea del vaccino Covid come una “necessità” va immediatamente cestinata, tanto per la popolazione quanto per i lavoratori del settore pubblico. Pieno rispetto dunque dall’art. 32 della costituzione il quale al secondo capoverso recita “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Sicuramente fa parte del rispetto della persona umana il riconoscimento, ad ogni individuo, della possibilità di scelte che incidono sulla propria salute valutando, sulla base di scelte personali, il trattamento sanitario che si intende effettuare.
5) Abolizione del disposizione contenuta nel R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398 che, di fatto, in combinato disposto con l’art. 278 del c.p. impedisce il diritto di critica in merito all’operato del Presidente della Repubblica. Va rimarcato che per quanto concerne il legittimo diritto di critica, costituente un corollario della libertà di manifestazione del pensiero garantito dall'art. 21 Cost., esso può essere esercitato anche nei confronti del Capo dello Stato, ma trova un limite nel decoro e nel prestigio del medesimo. In questo periodo tuttavia abbiamo visto che tale diritto di critica è stato assolutamente cancellato, risale infatti al 08/08/2020 l’operazione dei Carabinieri del Ros che hanno eseguito un decreto di perquisizione, emesso dalla Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di una persona, ritenuta responsabile dei reati di offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica. L’abolizione di tale norma, magari richiesta dalla stesso Presidente della Repubblica (istituzione non eletta dal popolo), sarebbe uno straordinario esercizio di democrazia in un paese in cui il libero pensiero e il diritto di critica sono stati sviliti e demonizzati dall’egemonia della dittatura sanitaria.
Aspetti fondamentali del R.E.I. (rinascimento economico italiano)
1) Sostituzione dell’Agenzia delle Entrate con l’Agenzia delle Uscite il cui compito non sarà più quello di soverchiare gli italiani con accertamenti e comportamenti vessatori al pari dell’inquisizione spagnola, ma dare trasparenza a quelle che sono le uscite effettuate dallo Stato tracciando, come si è fatto con i conti dei privati cittadini, ogni spesa della P.A. così che tali esborsi siano resi conoscibili a tutti evitando le solite marchette che portano questo paese ad avere oltre 200 miliardi di sprechi, per intenderci quasi 8 volte una normale finanziaria. L’introduzione dell’Agenzia delle uscite comporterà l’abolizione delle consulenze che ogni anno costano a questo paese cifre spropositate. Per dirimere le questioni, che in precedenza venivano affrontate le consulenze, si distaccheranno dipendenti della P.A. che, proprio in virtù di questo nuovo sistema, dovranno essere accuratamente selezionati in maniera di assicurare la massima competenza, efficienza ed efficacia dell’apparato burocratico;
2) Costituzione della N.I.R.I. (nuovo istituto di ricostruzione italiano), formato da soggetti del vero tessuto sociale italiano, imprenditori, artigiani, professionisti, lavoratori del settore pubblico e privato. A questo Istituto, in collaborazione con il Cnel, verrà affidato il compito di valorizzare e consolidare i settori economici fondamentali mediante sussidi diretti al turismo, all’artigianato, all’impresa, alla filiera alimentare e a tutto il comparto di eccellenza italiana. Le coperture di tali sussidi saranno imponenti e deriveranno dalla riduzione degli sprechi, l’applicazione della pace fiscale a tutti i cittadini e da un piano di obbligazioni nazionale di durata almeno trentennale (senza giustificazione in ordine al denaro investito;
3) Abolizione degli indici ISA, della fatturazione elettronica e del limite al contante in modo da attribuire la massima libertà di azione alle imprese vessate da tassazioni senza senso e completa sburocratizzazione delle procedure relative all’apertura delle aziende accompagnata da una possente attività di semplificazione nella gestione delle stesse;
4) Uscita dalla moneta unica, quale unica scelta per riacquisire la sovranità monetaria elemento essenziale per ogni Stato che voglia definirsi sovrano. La scelta, anche in questo caso, non dovrà essere governativa, ma provenire dal popolo mediante l’indizione di un referendum popolare. Il governo avrà il compito, fondamentale, di provvedere a costituire gli strumenti per l’uscita. Nel caso di permanenza in Europa sarà prevista l’emissione di “Biglietti di Stato” , compatibili con l’art. 128 del Trattato di Lisbona, che avrebbero valenza solo nel territorio nazionale e che rappresenterebbe reale sostentamento per l’economia italiana. Questa “moneta di Stato” fu già utilizzata dal governo Moro finanziando le spese statali, per quasi 500 miliardi di lire tra il 1960 e e 1970, cosa che consenti, alla nostra grande nazione, il c.d. Boom economico evitando l’accesso al mercato del capitale in prestito, foriero di interessi usurari.
Aspetti legati all’occupazione ed agli investimenti stranieri
1) Ripristino dei Centri di Formazione Professionale, a corso triennale e quinquennale, per tutti coloro che decidono di orientarsi direttamente al mondo del lavoro, con corsi di reale formazione al lavoro e con incentivi alle imprese che decidono di investire sui giovani formati nell’ambito di questi istituti. In una realtà sociale che sta dimenticando le arti e i mestieri, il ripristino di tali centri, accompagnato anche da una doverosa riforma di tutto il comparto dell’istruzione pubblica, potrebbe rivelarsi una manna dal cielo data la sempre più scarsa reperibilità di idraulici, carpentieri, saldatori, elettricisti, meccanici e tutto il comporto dell’artigianato;
2) Tassazione agevolata sui ricavi e sui costi del lavoro anche per le aziende estere che decidono di investire in Italia con progetti a medio-lungo termine compatibili con quelle che sono le caratteristiche del nostro settore produttivo. A queste agevolazioni se ne aggiungeranno altre laddove le aziende, italiane e non, dovessero decidere di investire in territori con alta percentuale di disoccupazione con l’unico onere che almeno il 70% della manodopera di base sia residente della zona. A questo si aggiunga un generalizzato abbattimento della tassazione sui redditi, comunque percepiti, al fine di aumentare il potere d’acquisto e rendere, di fatto, ingiustificabile ogni evasione fiscale;
3) Protezione dell’artigianato italiano riconosciuto, a livello mondiale, come il migliore in assoluto e segno distintivo di eleganza e lusso. Basta porcherie di qualità infima realizzate in paesi nei quali vi è sfruttamento schiavistico del lavoro, la conseguenza è sostegno diretto alle imprese manifatturiere italiane e livelli di qualità produttiva che non consentano l’accesso di prodotti che rovinino il mercato nazionale. Riportare in oltre in Italia le imprese essenziale al fine di evitare di ritrovarci sprovvisti di prodotti di prima necessita, ad esempio in ambito sanitario.
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